La legge finanziaria by Luca Verzichelli

La legge finanziaria by Luca Verzichelli

autore:Luca Verzichelli [Verzichelli, Luca]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Economia, Farsi un'idea
editore: il Mulino
pubblicato: 2010-02-14T23:00:00+00:00


3.

La metamorfosi. Dalla legge finanziaria alla manovra

Un processo da rivedere

La prima fase di applicazione della finanziaria si chiude con la manovra per il 1988, nel pieno di una fase politica molto delicata. Le elezioni nella primavera del 1987 non avevano infatti risolto il conflitto tra il Psi di Craxi, dominatore della legislatura appena chiusasi, e la Dc di De Mita. Per prendere tempo si ricorreva a un nuovo pentapartito guidato dall’outsider democristiano Giovanni Goria, alla cui debolezza politica si contrapponeva tuttavia la priorità assoluta di intervenire sui conti pubblici. Non a caso la scelta del Presidente del consiglio era caduta sul ministro del Tesoro uscente, che veniva sostituito nella responsabilità finanziaria da un uomo di prestigio come Giuliano Amato. Il governo Goria nasceva dunque debole e con precisi limiti di manovra (si ricorderà che il presidente del consiglio fu a lungo raffigurato dai vignettisti con una barba senza volto), ma aveva anche l’impegno pressante di risanare la finanza pubblica.

Nel giro di poche settimane ci si rese tuttavia conto che non sarebbe stato possibile tenere fede a tale impegno, sia per la mancanza di presupposti politici sia per il cattivo funzionamento delle istituzioni di bilancio. La finanziaria per il 1988 segnò infatti il ritorno ai record negativi dei primi anni ottanta: ben 163 giorni il periodo di adozione (fino al 3 marzo 1988, quindi con oltre due mesi di esercizio provvisorio) e soprattutto uno stravolgimento della struttura della manovra che fu definito la «Caporetto» del governo: Goria si vide costretto a riscrivere integralmente la legge dopo 3 letture parlamentari andate in fumo. Proprio questa esperienza convinse il parlamento a porre un rimedio procedurale alla perdita di controllo sui documenti di bilancio, con il varo della legge 362 del 1988. Troppo tardi, tuttavia, per salvare un esercizio che avrebbe dovuto segnare l’inizio di un ciclo virtuoso. La gestione del governo Goria risultò una delle più «bucate» della storia delle leggi finanziarie, con quasi il 14% di differenza tra disavanzo atteso e rendicontato; inoltre, venivano immediatamente abbandonati i piani di rientro fissati dal ministro Amato, che già avevano spostato in avanti gli obiettivi ambiziosi presentati in precedenza. La missione impossibile del titolare dei conti pubblici di quegli anni è stata ricordata proprio da Giuliano Amato in un libro sui suoi primi due anni al Tesoro. È in questa fase che la sua proverbiale capacità di catturare la realtà dei fatti con il linguaggio della metafora e dell’immaginazione produsse alcuni dei suoi migliori esempi: a lui vengono attribuite infatti le definizioni più colorite della legge finanziaria, dall’«ultimo treno per Yuma», all’«assalto alla diligenza», al «carro di Tespi», alla «giostra infernale».

Eccesso di drammatizzazione? Con il senno di poi possiamo dire senz’altro di no: la pagina chiusa con la disfatta della manovra per il 1988 e la defenestrazione del governo Goria-Amato determinò costi molto elevati sul piano contabile. Nell’anno successivo, il debito accumulato dall’azienda Italia superò per la prima volta il limite del milione di miliardi, ovvero oltre il 100% del prodotto interno, un picco che non veniva toccato dai tempi della seconda guerra mondiale.



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